Domenica 21 ottobre 2018

DA BOTRO AI BUCHI ALLE ROVINE DI CASTELVECCHIO

 
 

INFORMAZIONI TECNICHE:

Difficoltà: E
Dislivello: salita 450 m. circa - discesa 300 m. circa . Tempo di percorrenza: h. 4,00 escluso soste.
Pranzo a sacco, portare frutta secca e/o barrette per piccoli spuntini,acqua (lungo il percorso non ci sono fonti)
Abbigliamento: adatto a una escursione in collina, consigliati pantaloni lunghi e guanti (tipo ferrata/lavoro), bastoncini; scarponi alti con suola scolpita tipo Vibram o equivalente (tratti in alveo fiume con pietre smosse).
Ritrovo ore 8,30 c/o Bar pasticceria Tiffany, Via Sardegna 2 Poggibonsi (per chi proviene da Firenze in autostrada, uscire a Poggibonsi Nord proseguire in direzione San Gimignano per 6 km, vi troverete il bar sulla destra della strada).
Partenza ore 9.00 ci recheremo in circa 30 minuti di auto sul luogo dell'escursione.

Chi desidera partecipare, entro le ore 13.00 del sabato prima dell'escursione deve comunicare:
nome e cognome - numero telefono – se socio FIE,
per i non soci (obbligatoria la tessera temporanea) oltre a quanto sopra anche i dati necessari per l'apertura della tessera con pagamento della quota di euro 5.

Accompagnatori: Marcello Donzelli, tel.3280926955 - Paolo Ricotta tel.3284340901 Gli accompagnatori si riservano di modificare o annullare l'escursione, nel caso si presentassero situazioni di rischio per la sicurezza dei partecipanti.
Consultare il regolamento Gruppo Trekking Lastra a Signa:http://www.lastratrekking.it/regolamento%20lastratrekking.html

Descrizione del percorso:( in parte tratta dal sito web " la carrozza der gambini ") : Si tratta di una entusiasmante passeggiata che prevede la risalita del piccolo corso d'acqua chiamato Botro ai Buchi.
Il nome deriva dai numerosi buchi e anfratti presenti nelle pareti, che offrono rifugio a molti animali e uccelli.
Lasceremo alcune auto in Loc. San Donato per poi proseguire con le altre in direzione Castel San Gimignano per circa 3 km, fino ad arrivare al ponte sul torrente Riguardi, dove dovremmo fare attenzione ed imboccare la stradina bianca che si trova subito dopo sulla dx, con l'indicazione di Pugiano. La percorreremo per circa 1,3 km, finché non giungeremo ad un piccolo guado di cemento, nei pressi del quale si dovrà lasciare l'auto.(43° 25' 06,8" N 11° 00' 57,3" E).
Il breve "Botro ai Buchi" affluisce proprio in questo punto nel torrente Riguardi e da qui inizieremo la nostra avvincente risalita.
Camminando lungo il suo alveo sassoso, da subito possiamo apprezzare la straordinaria unicità dei suoi ciottoli e delle pietre che incontriamo, che ad occhi attenti possono rivelare curiosità geologiche e preziosi fossili.
Dopo aver percorso qualche centinaio di metri, noteremo un improvviso mutamento dell'ambiente che ci circonda. Lo stretto torrente semi asciutto, che si snoda tranquillo tra la folta e bassa vegetazione dove spiccano rosseggianti cornioli, lascia il posto ad una profonda fessura rocciosa sovrastata da imponenti pareti di scuro Calcare cavernoso, che si elevano verso l'alto per oltre venti metri. A volte la distanza delle pareti è talmente minima, che si viene a creare dentro la forra, un ambiente fresco e buio, che lascia filtrare qualche raggio di luce solo per poche ore al giorno.
In questo scenario misterioso e surreale, continueremo a camminare lungo il tortuoso e variegato percorso come in un canyon, che ci stupisce per la varietà della vegetazione. Ci lasciamo sorprendere da cuscini di soffice muschio che ricoprono completamente le rocce più basse e dalle numerose varietà di felci, (Dryopteris Filix-Mas; Polypodium Vulgare; Scolopendrium Officinale) che sporgono dalle pareti di roccia grigia, mentre dall'apice delle rocce più alte, pendono come liane, lunghi rami di edera.
Il cammino non è difficile, se specialmente il periodo in cui si compie è siccitoso, ma richiede comunque spirito di avventura e adattamento a questo particolare ambiente aspro, cupo e scivoloso. In particolar modo, dopo la prima metà della risalita, incontreremo alcune caratteristiche cavità della roccia molto profonde, che la forza dell'acqua ha scavato nel tempo. Per superare più facilmente questi punti, sono stati infissi nella parete rocciosa, dei piccoli pioli, nonché alcune catene e corde che fungono da corrimano, dando vita a una piccola arrampicata rocciosa, che ci permetterà di superare le pozze di acqua stagnante e di poter proseguire in un cambio di quota di poco più di due metri.
Inutile dire, che lo sforzo, l'impegno e la titubanza nel superare i passaggi più impegnativi, saranno poi ampiamente ripagati dalla straordinarietà dello scenario che ci accompagnerà e ci circonderà ancora per diverse centinaia di metri. Lo spettacolo diventerà veramente unico, quasi irreale tra strapiombanti costoni, qualche angusta cengia e massi rotondeggianti che nascondono piccole pozze d'acqua dove trovano rifugio rane perfettamente mimetizzate con questo ambiente dal sapore primordiale.
Pian piano, dopo l'ultimo passaggio un po' ardito, il torrente torna a diventare di nuovo un normale corso d'acqua costeggiato dalla vegetazione tipica delle sponde, ricca di ontani, carpini, querce, cerri, ornielli e sorbi. Anche i massi di calcare cavernoso, lasciano spazio a concrezioni affioranti di tufo calcareo dove, nella sua composizione si possono intravedere i residui fossili di organismi marini.
Continueremo il percorso ,abbandonando il torrente Botro ai Buchi, su facile sentiero e poi strada poderale per circa 30 min. dopo di che ri-scenderemo su traccia di sentiero fino ad incrociare il torrente Riguardi, a monte di dove siamo partiti, e lo risaliremo per circa un chilometro per poi uscire in prossimità della strada poderale che conduce alla fattoria di Castelvecchio che costeggeremo prendendo il sentiero che in breve tempo, circa 30 min., ci porterà alle ROVINE DI CASTELVECCHIO" .
Dopo la sosta e il pranzo riprenderemo il cammino sul sentiero che ci condurrà , passando per la località Il Gaggio al rientro a San Donato .

CASTELVECCHIO, già CASTRUM VETUS
Approfondimenti: (tratto da pagina web Pro Loco San Gimignano)
Nella parte più nascosta dell'Alta Valdelsa, quasi al limite meridionale del territorio comunale di San Gimignano, si trovano i resti di quello che fu un importante insediamento medievale, a carattere civile e militare, una volta conosciuto come Castrum Vetus, oggi Castelvecchio, il più antico, per antonomasia, tra i "castelli" della Valdelsa.
Nel 1979 un gruppo di cittadini sangimignanesi decide di riportare alla luce Castelvecchio ed a loro si uniscono molti volontari provenienti da tante parti d'Italia, dal Piemonte alla Sicilia, compresi non pochi stranieri. Il "gruppo" iniziale si costituisce in associazione, detta "Gruppo Storico Castelvecchio" e nel 1995 l'Insediamento di Castelvecchio viene riconosciuto, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, "bene culturale", vincolato ai sensi della legge l giugno 1939, n.1086 e successive modifiche e integrazioni.
Con provvedimento del 21 marzo 1996 la Regione Toscana istituisce la "Riserva Naturale di Castelvecchio" affidandola in gestione all'Amministrazione Provinciale di Siena che suddivide la "Riserva" stessa in due zone: quella "A", a carattere archeologico e quella "B" a carattere faunistico e floristico. La tutela della zona "A" è demandata al Gruppo Storico Castelvecchio che continua l'opera di "rinascita" dell'antico insediamento organizzando, ogni anno, dei "campi di ricerca" estivi ai quali continuano a partecipare numerosi volontari senza ricevere alcun compenso. Bisogna tener presente che Castelvecchio ha bisogno di cure costanti per la fatiscenza di molti fabbricati e per i danni involontari causati, talvolta, da incauti visitatori, tanto da rendere necessari degli interventi di salvaguardia che vanno al di là della manutenzione ordinaria.
Per ulteriori informazioni su Castelvecchio è consigliabile rivolgersi al Gruppo Storico Castelvecchio, telefono e fax 0577/941388 e-mail castelvecchio.valdelsa@gmail.com.