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INFORMAZIONI TECNICHE:
Difficoltà: E
Dislivello: salita 450 m. circa - discesa 300 m. circa . Tempo di percorrenza: h. 4,00
escluso soste.
Pranzo a sacco, portare frutta secca e/o barrette per piccoli spuntini,acqua (lungo il
percorso non ci sono fonti)
Abbigliamento: adatto a una escursione in collina, consigliati pantaloni lunghi e guanti (tipo
ferrata/lavoro), bastoncini; scarponi alti con suola scolpita tipo Vibram o equivalente (tratti
in alveo fiume con pietre smosse).
Ritrovo ore 8,30 c/o Bar pasticceria Tiffany, Via Sardegna 2 Poggibonsi
(per chi proviene da Firenze in autostrada, uscire a Poggibonsi Nord proseguire in
direzione San Gimignano per 6 km, vi troverete il bar sulla destra della strada).
Partenza ore 9.00 ci recheremo in circa 30 minuti di auto sul luogo dell'escursione.
Chi desidera partecipare, entro le ore 13.00 del sabato prima dell'escursione deve
comunicare:
nome e cognome - numero telefono – se socio FIE,
per i non soci (obbligatoria la tessera temporanea) oltre a quanto sopra anche i dati
necessari per l'apertura della tessera con pagamento della quota di euro 5.
Accompagnatori: Marcello Donzelli, tel.3280926955 - Paolo Ricotta tel.3284340901
Gli accompagnatori si riservano di modificare o annullare l'escursione, nel caso si
presentassero situazioni di rischio per la sicurezza dei partecipanti.
Consultare il regolamento Gruppo Trekking Lastra a Signa:http://www.lastratrekking.it/regolamento%20lastratrekking.html
Descrizione del percorso:( in parte tratta dal sito web " la carrozza der gambini ") :
Si tratta di una entusiasmante passeggiata che prevede la risalita del piccolo corso
d'acqua chiamato Botro ai Buchi.
Il nome deriva dai numerosi buchi e anfratti presenti nelle pareti, che offrono rifugio a molti
animali e uccelli.
Lasceremo alcune auto in Loc. San Donato per poi proseguire con le altre in direzione
Castel San Gimignano per circa 3 km, fino ad arrivare al ponte sul torrente Riguardi, dove dovremmo fare
attenzione ed imboccare la stradina bianca che si trova subito dopo sulla dx, con
l'indicazione di Pugiano. La percorreremo per circa 1,3 km, finché non giungeremo ad un
piccolo guado di cemento, nei pressi del quale si dovrà lasciare l'auto.(43° 25' 06,8" N 11°
00' 57,3" E).
Il breve "Botro ai Buchi" affluisce proprio in questo punto nel torrente Riguardi e da qui
inizieremo la nostra avvincente risalita.
Camminando lungo il suo alveo sassoso, da subito possiamo apprezzare la straordinaria
unicità dei suoi ciottoli e delle pietre che incontriamo, che ad occhi attenti possono rivelare
curiosità geologiche e preziosi fossili.
Dopo aver percorso qualche centinaio di metri, noteremo un improvviso mutamento
dell'ambiente che ci circonda. Lo stretto torrente semi asciutto, che si snoda tranquillo tra
la folta e bassa vegetazione dove spiccano rosseggianti cornioli, lascia il posto ad una
profonda fessura rocciosa sovrastata da imponenti pareti di scuro Calcare cavernoso, che
si elevano verso l'alto per oltre venti metri. A volte la distanza delle pareti è talmente
minima, che si viene a creare dentro la forra, un ambiente fresco e buio, che lascia filtrare
qualche raggio di luce solo per poche ore al giorno.
In questo scenario misterioso e surreale, continueremo a camminare lungo il tortuoso e
variegato percorso come in un canyon, che ci stupisce per la varietà della vegetazione. Ci
lasciamo sorprendere da cuscini di soffice muschio che ricoprono completamente le rocce
più basse e dalle numerose varietà di felci, (Dryopteris Filix-Mas; Polypodium Vulgare;
Scolopendrium Officinale) che sporgono dalle pareti di roccia grigia, mentre dall'apice delle
rocce più alte, pendono come liane, lunghi rami di edera.
Il cammino non è difficile, se specialmente il periodo in cui si compie è siccitoso, ma
richiede comunque spirito di avventura e adattamento a questo particolare ambiente
aspro, cupo e scivoloso. In particolar modo, dopo la prima metà della risalita, incontreremo
alcune caratteristiche cavità della roccia molto profonde, che la forza dell'acqua ha
scavato nel tempo. Per superare più facilmente questi punti, sono stati infissi nella parete
rocciosa, dei piccoli pioli, nonché alcune catene e corde che fungono da corrimano, dando
vita a una piccola arrampicata rocciosa, che ci permetterà di superare le pozze di acqua
stagnante e di poter proseguire in un cambio di quota di poco più di due metri.
Inutile dire, che lo sforzo, l'impegno e la titubanza nel superare i passaggi più impegnativi,
saranno poi ampiamente ripagati dalla straordinarietà dello scenario che ci accompagnerà
e ci circonderà ancora per diverse centinaia di metri. Lo spettacolo diventerà veramente
unico, quasi irreale tra strapiombanti costoni, qualche angusta cengia e massi
rotondeggianti che nascondono piccole pozze d'acqua dove trovano rifugio rane
perfettamente mimetizzate con questo ambiente dal sapore primordiale. Pian piano, dopo
l'ultimo passaggio un po' ardito, il torrente torna a diventare di nuovo un normale corso
d'acqua costeggiato dalla vegetazione tipica delle sponde, ricca di ontani, carpini, querce,
cerri, ornielli e sorbi. Anche i massi di calcare cavernoso, lasciano spazio a concrezioni
affioranti di tufo calcareo dove, nella sua composizione si possono intravedere i residui
fossili di organismi marini.
Continueremo il percorso ,abbandonando il torrente Botro ai Buchi, su facile sentiero e poi
strada poderale per circa 30 min. dopo di che ri-scenderemo su traccia di sentiero fino ad
incrociare il torrente Riguardi, a monte di dove siamo partiti, e lo risaliremo per circa un
chilometro per poi uscire in prossimità della strada poderale che conduce alla fattoria di
Castelvecchio che costeggeremo prendendo il sentiero che in breve tempo, circa 30 min.,
ci porterà alle ROVINE DI CASTELVECCHIO" .
Dopo la sosta e il pranzo riprenderemo il cammino sul sentiero che ci condurrà , passando
per la località Il Gaggio al rientro a San Donato .
CASTELVECCHIO, già CASTRUM VETUS
Approfondimenti: (tratto da pagina web Pro Loco San Gimignano)
Nella parte più nascosta dell'Alta Valdelsa, quasi al limite meridionale del territorio
comunale di San Gimignano, si trovano i resti di quello che fu un importante insediamento
medievale, a carattere civile e militare, una volta conosciuto come Castrum Vetus, oggi
Castelvecchio, il più antico, per antonomasia, tra i "castelli" della Valdelsa.
Nel 1979 un gruppo di cittadini sangimignanesi decide di riportare alla luce Castelvecchio
ed a loro si uniscono molti volontari provenienti da tante parti d'Italia, dal Piemonte alla
Sicilia, compresi non pochi stranieri. Il "gruppo" iniziale si costituisce in associazione, detta
"Gruppo Storico Castelvecchio" e nel 1995 l'Insediamento di Castelvecchio viene
riconosciuto, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, "bene culturale", vincolato ai
sensi della legge l giugno 1939, n.1086 e successive modifiche e integrazioni.
Con provvedimento del 21 marzo 1996 la Regione Toscana istituisce la "Riserva Naturale
di Castelvecchio" affidandola in gestione all'Amministrazione Provinciale di Siena che
suddivide la "Riserva" stessa in due zone: quella "A", a carattere archeologico e quella "B"
a carattere faunistico e floristico. La tutela della zona "A" è demandata al Gruppo Storico
Castelvecchio che continua l'opera di "rinascita" dell'antico insediamento organizzando,
ogni anno, dei "campi di ricerca" estivi ai quali continuano a partecipare numerosi volontari
senza ricevere alcun compenso. Bisogna tener presente che Castelvecchio ha bisogno di
cure costanti per la fatiscenza di molti fabbricati e per i danni involontari causati, talvolta,
da incauti visitatori, tanto da rendere necessari degli interventi di salvaguardia che vanno
al di là della manutenzione ordinaria. Per ulteriori informazioni su Castelvecchio è
consigliabile rivolgersi al Gruppo Storico Castelvecchio, telefono e fax 0577/941388 e-mail
castelvecchio.valdelsa@gmail.com.
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